Le origini egizie della città di Torino

Vi siete mai chiesti quali siano le vere origini di Torino?
In quanti sanno che esiste una teoria secondo cui la città di Torino sia stata fondata da un principe esule egizio sbarcato in Liguria?

Partiamo col dire che questa teoria è giunta a noi per lo più tramandata oralmente e come fosse una leggenda. Non avendo vere prove storiche a confermare o a smentire, è fortemente screditata dagli studiosi. Resta quindi una “tradizione popolare” di grande fascino e suggestione.
Ebbene, oggi ve la racconto, ed andrò ad alimentare la suggestione della Torino Misteriosa che tanti amano.






Torino Antico Egitto

La leggenda affonda le origini nel XV secolo a.C. e narra la storia di Eridano, principe egiziano costretto ad abbandonare la terra natale a causa di contrasti avuti con la casta sacerdotale.
Insieme ad un folto gruppo di suoi seguaci, il principe compie un ampio giro nel Mediterraneo, toccando le coste greche e poi giungendo –lungo il Mare Tirreno- alle coste della Liguria, terra a cui dopo la sua conquista egli stesso dà questo nome in onore del proprio figlio Ligurio.
Eridano, prosegue dunque la sua avanzata oltrepassando gli Appennini verso nord, fino a raggiungere una estesa pianura lungo la quale scorre un grande fiume che gli ricorda il Nilo. Giunto nel punto in cui il Grande Fiume si fa tutt’uno con un altro più piccolo fiume, decide di stabilire il suo insediamento sotto l’emblema del Dio Api (divinità dalle fattezze d’un toro) e proseguire le proprie tradizioni nel culto della Dea Iside.

Il Grande Fiume che tanto l’aveva ispirato al suo arrivo, fu poi la causa della sua morte: fra i suoi flutti Eridano cadde con la sua biga durante una gara sulle sponde del fiume. Da questo episodio, al fiume venne dato il nome del principe egizio che fondò la città di Torino.
Il racconto della biga caduta nel fiume non vi ricorda il mito di Fetonte a cui vi ho accennato raccontandovi della Fontana dei Mesi?
Eh già! Non è un caso infatti che le due storie, la leggenda egizia e il mito greco vengano sovrapposti ed intrecciati fra loro in vari modi.
Eridano, è anche il nome con cui nell'antichità veniva chiamato appunto il Po.
Ce n'è abbastanza per far sussultare coloro che amano cercare simbologie e similitudini per avvalorare le tesi per cui Torino abbia una origine differente da quella che la vedrebbe figlia di un popolo celtico.

La leggenda del principe egizio Eridano è stata tramandata nel tempo fino al XVII secolo, quando Filiberto Pingone, letterato nonché storiografo dei Savoia, la ufficializzò in modo definitivo.
Accadde quando durante gli scavi per la costruzione della Cittadella venne rinvenuto un frammento votivo dedicato ad Iside.
Di sicuro il culto Isideo nella Torino pre-cristiana esisteva ed era molto diffuso, e ad accrescerne la diffusione era anche la consuetudine dei legionari romani portare in terra patria usi e costumi delle terre conquistate. Nell’antichità culti differenti coesistevano più o meno liberamente gli uni con gli altri e riuscivano persino a fondersi, talvolta.

Un’altra cosa che crea mistero e dà fondamento alla teoria della genesi egiziana di Torino è anche il Theatrum Sabaudiae, la raccolta di raffigurazioni delle proprietà dei Savoia, realizzata nel XVII secolo. Una delle sue tavole infatti riporta una scritta di notevole interesse, ossia “Aegyptiorum rex Eridanus – Eridani Fluviorum Regis – In Ripa urbem Aegyptio Tauro Cognomino – Inaugurat – Septe Seculis Ante Romam Condita”, che significa “Il re egizio Eridano inaugura sulle sponde del re dei fiumi, l’Eridano, la citta egizia chiamata ‘Del Toro’ sette secoli prima della fondazione di Roma”.
La scritta compare su un drappo sostenuto da due putti, mentre il resto della scena è composto da un uomo incoronato che svolge una mappa all’interno di una stella a dieci punte ed un personaggio dal corpo umano e dalla testa di toro appare come sdraiato al suolo. Una divinità dalle sembianze di toro, posta su un basamento, domina l’intera scena.
Quest’ultimo potrebbe essere una rappresentazione del dio egizio Api, divinità dal corpo taurino, posto nel dipinto per sottolineare ed enfatizzare il legame con la cultura dell’antico Egitto.

Bisogna comunque dire che il “Theatrum Sabaudiae” ricalca la teoria del Pingone, molto suggestiva e capace di donare alla casata sabauda origini più esotiche e più elettive rispetto a quanto ha da offrire la storia –sempre esistita, anche ai tempi dell’antico storiografo- fatta di prove concrete e tracce documentate e documentabili che indica i Taurini, popolo celtico, come il popolo originario della città di Torino, da cui appunto la città prese anche il suo nome.

Ma in fondo ci piace lasciare l’atmosfera misteriosa su questa teoria, che fra le altre cose avvalora anche l’idea che la chiesa della Grande Madre di Dio, simbologicamente posta sulla riva del Po e altrettanto simbologicamente di pianta rotonda, sia stata costruita ove un tempo si officiava il culto di Iside, indicata come “Magna e Madre” su quell’antico frammento ritrovato alla Cittadella.

Elisa Creaidee

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