Di sicuro tutti conoscono la bellissima Fontana Angelica, posta nella bellissima Piazza Solferino, proprio davanti al Teatro Alfieri.
E’ una delle fontane di Torino che preferisco.
Così, a livello istintivo. Mi piace, mi ha sempre colpito.
Sarà perché ciò che rappresenta la Natura ed il passare del tempo e delle stagioni, ha su di me un forte potere suggestivo.
Eppure la prima volta che l’ho vista devo ammettere di aver cercato nelle statue il senso del suo nome: Angelica, e di angeli neanche l’ombra.
La commissionò il ministro Paolo Bajnotti nel 1919.
Scrisse nel proprio testamento che lasciava 150.000 lire al Comune di Torino per la realizzazione di una fontana monumentale in stile gotico, in ricordo dei propri genitori, Tommaso ed – appunto- Angelica.
Aveva anche scelto dove ubicarla: ossia in Piazza San Giovanni, di fronte al Duomo.
Come al solito, fra l’intenzione e l’azione, trascorsero diversi anni. Venne fatto un bando di concorso per stabilire l’artista che avrebbe realizzato l’opera, cantieri rallentarono i lavori di installazione, ma la fontana fu inaugurata nell’ottobre del 1929… in Piazza Solferino.
Progettata e realizzata da Giovanni Riva, scultore torinese, venne a costare un po’ più di quanto il Bajnotti aveva donato: 700.000 lire o giù di lì, e -oltre a non avere proprio nulla di gotico- la commissione decise anche di cambiare la piazza in cui installare l’opera.
Le ragioni di questa scelta non sono note in modo ufficiale, ma alcuni dicono che abbia a che fare con i simbolismi esoterici celati nella fontana. E dato che in Via Alfieri, una delle vie che si dipartono da Piazza Solferino, aveva sede la loggia massonica torinese, forse quelle ipotesi potrebbero anche racchiuder del vero.
A far riflettere sulla questione c’è anche la decisione dell’artista di modificare la posizione della testa di una delle due statue maschili che compongono il monumento: volendo installare la fontana in Piazza Solferino anziché in Piazza San Giovanni, la statua che rappresenta l’Inverno non avrebbe più avuto lo sguardo rivolto ad Oriente e quindi… tagliò la testa alla statua e la girò verso Est.
Le due statue maschili, poste nella parte più alta della Fontana, rappresentano l’Autunno e l’Inverno e sono accompagnate da altre due statue femminili, raffiguranti la Primavera e l’Estate.
Il simbolismo fin qui non è granchè occulto, ma pare che l’Autunno e l’Inverno rappresentino in verità Jaquim e Boaz, i guardiani della soglia verso l’Infinito. La soglia sarebbe appunto rappresentata dallo spazio vuoto lasciato dalle due statue maschili, che peraltro ha la forma di un perfetto quadrato (se si guarda il monumento da una certa distanza, dando le spalle al resto della piazza l’effetto è strabiliante).
Anche l’acqua ha il suo aspetto simbolico: rappresenta la conoscenza e non è un caso che i due guardiani ne riversino dai loro otri. Gli otri stessi sono decorati con immagini che si rifanno alla tradizione massonica. L’ariete ad esempio simboleggia il vello d’oro, l’apice della conoscenza.
Non è un caso neppure che i simboli della conoscenza e della luce (come l’ariete e il putto con i capelli a raggera, che rendono il suo viso un grottesco sole) siano posti più vicini all’Inverno: Jaquim è infatti il punto d’arrivo del percorso verso la perfezione, mentre Boaz è la rappresentazione del nuovo iniziato.
Anche le statue femminili però hanno delle simbologie nascoste.
Come dicevamo, rappresentano la Primavera e l’Estate, e le due diverse nature dell’amore. La Primavera raffigura l’amore sacro, e la rinascita. Le rondini nel nido poste vicino a questa statua rappresentano l’intenzione e la disponibilità a compiere il cammino verso la conoscenza; quelle invece che il bimbo fa levare in volo, vanno in direzione dell’Inverno-Conoscenza Perfetta e rappresentano le parole del Maestro che vanno diffondendosi.
La Primavera è contrapposta all’Estate, l’amore profano, che rappresenta la verità rivelata al volgo attraverso parabole e simboli.
Vediamo quindi che le statue compiono una graduale crescita verso la conoscenza: dall’Estate (posta in basso a destra nel monumento) che è la totale non-conoscenza, si passa alla Primavera (in basso a sinistra), la disponibilità all’apertura verso la conoscenza, e poi all’Autunno (in alto a sinistra), il giovane iniziato, e infine all’Inverno, la conoscenza perfetta.
L’avreste detto che dietro a questa fontana ci fossero così tanti significati e simbolismi?
A dirla tutta ne manca ancora uno: la base della fontana, così squadrata è un altro riferimento al simbolismo massonico.
Del resto, non è un caso che questa fontana sia parte della Torino Esoterica e Misteriosa che tanto amiamo!
E’ una delle fontane di Torino che preferisco.
Così, a livello istintivo. Mi piace, mi ha sempre colpito.
Sarà perché ciò che rappresenta la Natura ed il passare del tempo e delle stagioni, ha su di me un forte potere suggestivo.
Eppure la prima volta che l’ho vista devo ammettere di aver cercato nelle statue il senso del suo nome: Angelica, e di angeli neanche l’ombra.
La commissionò il ministro Paolo Bajnotti nel 1919.
Scrisse nel proprio testamento che lasciava 150.000 lire al Comune di Torino per la realizzazione di una fontana monumentale in stile gotico, in ricordo dei propri genitori, Tommaso ed – appunto- Angelica.
Aveva anche scelto dove ubicarla: ossia in Piazza San Giovanni, di fronte al Duomo.
Come al solito, fra l’intenzione e l’azione, trascorsero diversi anni. Venne fatto un bando di concorso per stabilire l’artista che avrebbe realizzato l’opera, cantieri rallentarono i lavori di installazione, ma la fontana fu inaugurata nell’ottobre del 1929… in Piazza Solferino.
Progettata e realizzata da Giovanni Riva, scultore torinese, venne a costare un po’ più di quanto il Bajnotti aveva donato: 700.000 lire o giù di lì, e -oltre a non avere proprio nulla di gotico- la commissione decise anche di cambiare la piazza in cui installare l’opera.
Le ragioni di questa scelta non sono note in modo ufficiale, ma alcuni dicono che abbia a che fare con i simbolismi esoterici celati nella fontana. E dato che in Via Alfieri, una delle vie che si dipartono da Piazza Solferino, aveva sede la loggia massonica torinese, forse quelle ipotesi potrebbero anche racchiuder del vero.
A far riflettere sulla questione c’è anche la decisione dell’artista di modificare la posizione della testa di una delle due statue maschili che compongono il monumento: volendo installare la fontana in Piazza Solferino anziché in Piazza San Giovanni, la statua che rappresenta l’Inverno non avrebbe più avuto lo sguardo rivolto ad Oriente e quindi… tagliò la testa alla statua e la girò verso Est.
Le due statue maschili, poste nella parte più alta della Fontana, rappresentano l’Autunno e l’Inverno e sono accompagnate da altre due statue femminili, raffiguranti la Primavera e l’Estate.
Il simbolismo fin qui non è granchè occulto, ma pare che l’Autunno e l’Inverno rappresentino in verità Jaquim e Boaz, i guardiani della soglia verso l’Infinito. La soglia sarebbe appunto rappresentata dallo spazio vuoto lasciato dalle due statue maschili, che peraltro ha la forma di un perfetto quadrato (se si guarda il monumento da una certa distanza, dando le spalle al resto della piazza l’effetto è strabiliante).
Anche l’acqua ha il suo aspetto simbolico: rappresenta la conoscenza e non è un caso che i due guardiani ne riversino dai loro otri. Gli otri stessi sono decorati con immagini che si rifanno alla tradizione massonica. L’ariete ad esempio simboleggia il vello d’oro, l’apice della conoscenza.
Non è un caso neppure che i simboli della conoscenza e della luce (come l’ariete e il putto con i capelli a raggera, che rendono il suo viso un grottesco sole) siano posti più vicini all’Inverno: Jaquim è infatti il punto d’arrivo del percorso verso la perfezione, mentre Boaz è la rappresentazione del nuovo iniziato.
Anche le statue femminili però hanno delle simbologie nascoste.
Come dicevamo, rappresentano la Primavera e l’Estate, e le due diverse nature dell’amore. La Primavera raffigura l’amore sacro, e la rinascita. Le rondini nel nido poste vicino a questa statua rappresentano l’intenzione e la disponibilità a compiere il cammino verso la conoscenza; quelle invece che il bimbo fa levare in volo, vanno in direzione dell’Inverno-Conoscenza Perfetta e rappresentano le parole del Maestro che vanno diffondendosi.
La Primavera è contrapposta all’Estate, l’amore profano, che rappresenta la verità rivelata al volgo attraverso parabole e simboli.
Vediamo quindi che le statue compiono una graduale crescita verso la conoscenza: dall’Estate (posta in basso a destra nel monumento) che è la totale non-conoscenza, si passa alla Primavera (in basso a sinistra), la disponibilità all’apertura verso la conoscenza, e poi all’Autunno (in alto a sinistra), il giovane iniziato, e infine all’Inverno, la conoscenza perfetta.
L’avreste detto che dietro a questa fontana ci fossero così tanti significati e simbolismi?
A dirla tutta ne manca ancora uno: la base della fontana, così squadrata è un altro riferimento al simbolismo massonico.
Del resto, non è un caso che questa fontana sia parte della Torino Esoterica e Misteriosa che tanto amiamo!