Baci Rubati e il Palazzo con il piercing

Torino è una città che si svela a chi la sa scoprire.
E’ una città da vivere col naso all’insù, per non perdersi gli scorci più suggestivi di una Mole che fa capolino in lontananza o complessi statuari che adornano palazzi storici e che certo passerebbero inosservati.
Se si prende questa abitudine, si può vivere la vera essenza di Torino e si può scoprire che è una città allegra e non solo riservata.

E così, col naso all’insù, possiamo anche scoprire in Piazza Corpus Domini (sì, proprio quella del miracolo!), alzando lo sguardo verso il palazzo sul lato opposto alla basilica, un palazzo... col piercing.
Il palazzo ha una sua storia, ma ve la racconterò un’altra volta: questa volta vi parlo del piercing.

palazzo con il piercing
"Baci Rubati" sul Palazzo con il piercing

Iniziamo a chiamarlo col suo vero nome: “Baci Rubati”.
Si tratta di un’opera d’arte moderna realizzata dall’architetto Corrado Levi con la collaborazione del gruppo di artisti e architetti Cliostraat.
E’ stata installata nel 1996 per un’esposizione temporanea: la prima edizione della biennale giovani, ma poi è rimasta lì a rappresentare le anime contrastanti e armoniosamente coesistenti di Torino.

Non tutti lo notano -bisogna fermarsi ad osservare con occhio attento- ma gocce di sangue sgorgano ai due lati dell’anello, da un lato il sangue è rosso e dall’altro è blu, a rappresentare l’anima nobile e quella proletaria di questa città.
Ma anche l’installazione in sé è significativa: il palazzo scelto, come vi dicevo, è un palazzo settecentesco e ricco di storia, e può rappresentare il tradizionalismo che accetta e accoglie la novità anche un po’ ribelle (il piercing) facendola diventare qualcosa da cui trarre un arricchimento.
Anche il nome dell’opera è evocativo: “baci rubati”, baci clandestini, un amore nascosto e segreto che va contro le differenze, che le accetta e le supera facendone addirittura la propria forza.

Qualcuno storcerà il naso, vedendo un piercing sull’angolo di un palazzo settecentesco, ma forse è un bene che resti lì, a ricordarci senza parole alcuni dei valori che caratterizzano la ricchezza di questa città.

Elisa Creaidee

2 commenti:

  1. A proposito di naso all'insù, hai mai notato in via Pietro Micca proprio di fronte alla Chiesa di San Tommaso la foggia dei capitelli delle colone dello splendido palazzo piuttosto arzigogolato?
    Sono raffigurati dei visi e secondo la posizione e la luce ricevuta cambiano di espressione.
    Sembrano tantissimi ma se ci si prende un momento per contarli sono solo 12, anche se paiono tutti diversi.
    Quando lavoravo in centro ci passavo molto spesso e in alto sui palazzi si potevano trovare molte chicche!

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    Risposte
    1. Sì! E' uno dei miei palazzi preferiti. Anche il soffitto del porticato è una favola.
      Lungo tutta la via ci sono tante cose da scoprire, basta avere gli occhi da turisti curiosi!!!

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