Le bambole Lenci, una storia torinese


Quando si parla di Torino, spesso si parla della Torino città operaia e industriale e a questa definizione si abbina sempre il marchio Fiat.
La città Torino ha però dato i natali a varie realtà del "made in Italy" che rendono e hanno reso l’Italia importante nel mondo. Una di queste realtà storiche è la Lenci, ed io ve la racconto!

bambole da collezione, collezionismo
Bambole delle collezioni dell'azienda Lenci

Torniamo indietro nel tempo di circa un secolo, nel primo ventennio del 1900.
Ci viene facile immaginare scene in bianco e nero, l’aria fumosa e impolverata, le vie lastricate e lucide, e i bambini che giocano ai bordi delle strade, le bambine che cullano le loro bambole fatte di legno, o di cartapesta. Quelle più belle hanno i visini pallidi di ceramica bisquit o di porcellana. Sono belle da vedere, ma sono anche dure, fredde, fragili.

Elena Von Koenig vive a Torino. E’ la figlia di un viennese, docente di astronomia e di agraria presso l’Università di Torino. Il padre di Elena l’ha sempre chiamata Elenchen, nome che lei –da bimba- pronunciava “Lenci”.

Anche la piccola Lenci ha sempre avuto la passione per le bambole, e quando -ormai donna, nel 1919- decide di fondare la sua azienda per produrre bambole, sceglie il suo nomignolo di bimba come suo nome d’arte. Nasce quindi l’azienda Lenci, ufficialmente acronimo del motto “Ludus est nobis costanter industria” (Il gioco è la nostra continua ricerca). La Lenci non produce solo bambole, ma anche abiti, oggetti e arredi di corredo alle bambole stesse.

L’azienda già riscuote un discreto successo grazie alla cura dei particolari, ma ciò che la rende davvero famosa a livello mondiale è l’applicazione di un’idea innovativa di Elena, che subito viene accolta con grande entusiasmo.
La sua invenzione è il “panno Lenci”: una stoffa colorata e morbida prodotta dall’infeltrimento di fibre di lana.

Con questa stoffa non vengono solo confezionati gli abiti delle bambole, ma creati i visi stessi: vengono realizzati con il panno Lenci pressato e sagomato su stampi e successivamente vengono cosparsi di vellutina. Le bambole risultano così non solo morbide, ma anche più leggere e facili da usare per i bambini.
La bambola può essere davvero coccolata e può persino essere portata nel letto!
L’apprezzamento è globale.

Ai visi delle bambole vengono date espressioni realistiche e gli occhi vengono dipinti perché abbiano sguardi ingenui e ispirino senso di protezione. Si cerca di far sì che le bambole rassomiglino quanto più possibile a bambini in carne ed ossa, ed anche le forme delle braccia e della gambe rispecchiano questa tendenza al realismo.
L’unico svantaggio è la sporchevolezza, la tendenza ad assorbire l’unto e trattenere la polvere. Ma la Lenci immette sul mercato un catalogo di bambole in feltro lavabili, lavorando sui materiali utilizzati e migliorandone le caratteristiche.

La Lenci mostra la capacità di operare una continua evoluzione, nata dalla ricerca e dalla passione per ciò che si fa. Questo è ciò che ha reso le bambole Lenci famose nel mondo e vere e proprie opere d’arte, oggi oggetto di collezionismo ed esposte in musei italiani ed esteri.
Questo è ciò che esprime al meglio lo spirito di Torino e dei torinesi, sempre capaci di accogliere le novità –anche quelle non belle- con spirito di iniziativa e tenacia, unite ad una grande ma poco appariscente voglia di fare.

Elisa Creaidee

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