Il Palazzo degli Stemmi


Uno dei palazzi di Torino di cui vi voglio raccontare qualche curiosità è il Palazzo degli Stemmi. Il nome è evocativo, e non a caso!
In mezzo all’eleganza dei palazzi del centro storico, lo si riconosce perché in corrispondenza delle arcate del porticato ha applicati degli stemmi araldici. Uno diverso dall’altro.
Al centro della lunga sequenza, sopra all’arcata in corrispondenza del portone di ingresso principale, si trova l’emblema di Casa Savoia, sorretto da statue allegoriche rappresentanti la carità avvolte in delicati e morbidi drappeggi.

Emblema dei Savoia sulla facciata di Palazzo degli Stemmi


Vi state ancora domandando quale sia la sua posizione esatta?
Palazzo degli Stemmi è più o meno a metà di Via Po, sul lato sinistro della via andando verso il fiume. E’ infatti uno dei palazzi porticati della “passeggiata regale”.

Sembra strano crederlo, vedendo Torino come è adesso, ma tutta la zona intorno a Via Po –e Via Po stessa, che a suo tempo si chiamava Contrada di Po- fino alla fine del 1600 era al di fuori delle mura cittadine! Pensate che ai tempi di Emanuele Filiberto di Savoia, nel XVI secolo, dove ora si trova il Palazzo degli Stemmi si trovava un edificio destinato alla posta dei cavalli! Via Po è infatti sempre stata una direttrice importante per il collegamento che creava fra la città e il fiume e verso l’astigiano e il Monferrato.

Ma torniamo a parlare del Palazzo degli Stemmi! Venne edificato nel contesto del secondo ampliamento della città (1673), il cui progetto venne affidato all’architetto Amedeo di Castellamonte da parte di Vittorio Amedeo II, ma la storia di questo palazzo nasce molto, molto prima.

Iniziamo col dire che in tutta la prima parte del 1600, la popolazione di Torino era stata messa in ginocchio da varie situazioni avverse: diversi episodi bellici di carattere politico e religioso e frequenti conflitti fra cattolici e valdesi scombussolavano quotidianamente l’equilibrio sociale della città e avevano ripercussioni anche sull’economia locale. A questo si sommavano gli effetti di condizioni climatiche sfavorevoli che avevano creato periodi di siccità e carestie ed avevano ridotto moltissimo le produzioni agricole e la disponibilità di cibo. La gente era più debole e le malattie si diffondevano con più facilità. La peste colpì poi Torino nel 1630 con un’epidemia che la afflisse per un anno e che fece drasticamente ridurre la popolazione da 11.000 abitanti a soli 3.000.
Poi, lentamente, ci fu la ripresa.
Tuttavia quel che Torino patì nella prima parte del secolo, non riuscì ad essere ristabilizzato fin dopo la morte della Madama Reggente Maria Cristina.

Quando Carlo Emanuele II salì al trono, si trovò a gestire non poche questioni rilevanti, ed una di queste era il degrado e la povertà della popolazione. Stabilì quindi la fondazione dell’Ospizio di Carità, un ospedale per il ricovero degli infermi e dei mendicanti.
La sede dell’Ospizio di Carità cambiò più volte nell’arco degli anni, sulla base del mutare delle esigenze della città.
Al prospettarsi del nuovo ampliamento cittadino, volto al recupero e al risanamento di quella zona “fuori le mura” che era molto degradata, sorse l’idea di collocare l’Ospizio nella nuova area urbana di Contrada Po.
Era il 1682, Carlo Emanuele II era morto da vari anni e suo figlio Vittorio Amedeo II aveva preso pieno potere dopo la reggenza da parte della madre, la Madama Reale Maria Giovanna Battista. Le decisioni di Vittorio Amedeo riguardo il nuovo Ospizio furono argomento di discussioni e chiacchiericci in città, anche perché vennero interpellate le famiglie benestanti e agiate di Torino –prima ancora di quelle nobili- e venne domandato loro un contributo di generosità. In cambio, l’emblema della famiglia sarebbe stato posto sulla facciata del palazzo, sede del nuovo Ospizio, ad affacciarsi su quella che sarebbe diventata la “Via Regina” della città all’interno della nuova cinta muraria di Torino.
Vuoi per sincero amore verso la città, vuoi per la prospettiva del ricordo imperituro della propria famiglia, vuoi per un naturale istinto di orgoglio, in tanti risposero positivamente alla proposta, ed il risultato fu l’estendersi un poco per volta dell’opera. 


ospizio di carità
Il Palazzo degli Stemmi



La costruzione iniziò nel 1683 e gli indigenti vennero ricoverati nella struttura man mano che l’edificio si ampliava grazie alle donazioni. I lavori di costruzione si conclusero nel 1697, anche se –anche dopo quell’anno- l’edificio subì alcune trasformazioni.

Nel 1716 Vittorio Amedeo II, divenuto re in seguito alla guerra di successione spagnola, proibì la mendicità a Torino e diede ordine che tutti i poveri venissero ricoverati presso l’Ospizio di Carità. Venne stabilita la data del 7 aprile del 1717 come data ultima della mendicanza e dell’inaugurazione solenne del Regio Ospizio. La cosa diede altro materiale ai chiacchiericci… e non solo!
In quel 7 aprile, venne allestito un grande banchetto in Piazza Castello.
Gli ospiti invitati erano gli 800 poveri della città di Torino, e le pietanze vennero servite dai paggi di corte mentre il re e la famiglia assistevano dalle finestre del Palazzo Reale.
La cosa fece non poco scalpore e suscitò le proteste dei gesuiti, i quali però dovettero moderare di netto il loro disappunto, dato che l’iniziativa era stata ampiamente appoggiata dalla borghesia e dalla nobiltà cittadina.

Questa è la storia del Palazzo degli Stemmi, una storia fatta di tanti tasselli che s’incastrano uno con l’altro decennio dopo decennio nel corso di più di un secolo.
Ci sono tuttavia altri episodi riguardanti questo palazzo, fatti che sono avvenuti in tempi meno lontani rispetto a noi.

Durante il periodo napoleonico, i francesi sfrattarono gli ospiti del Regio Ospizio di Carità che vennero cacciati dalle sale del Palazzo degli Stemmi. Un nobile torinese, il conte Gaetano Adami di Bergolo decise di intervenire e di occuparsi personalmente del mantenimento di tutti e 450 gli indigenti sfrattati.
Dalla fine del 1800, il Palazzo degli Stemmi non è più sede dell’Ospizio di Carità ed un fatto curioso è che dal 1896 in questo edificio ebbero luogo le prime proiezioni pubbliche del Cinematografo Lumière.
Oggi Palazzo degli Stemmi fa parte del complesso dell’Università di Torino e ne ospita alcuni uffici amministrativi. Una parte dell'edificio è invece adibita a residenza universitaria.

Un altro fatto, molto più recente, ha riguardato il Palazzo degli Stemmi: nel 1984 durante lavori di ristrutturazione dello stabile  avvenuto un crollo che ha distrutto tutto l'edificio. Gli operai sono tutti rimasti illesi, allertati per tempo dagli scricchiolii della struttura, e di tutto il palazzo è rimasta integra solamente la facciata, con tutti i suoi stemmi.
Verrebbe da pensare che le famiglie dell'antica Torino veglino sulla città... e sui loro antichi emblemi!

Elisa Creaidee

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