Palazzo Falletti di Barolo e gli angeli tristi nel centro di Torino


Siamo a Torino, in pieno centro, in Via delle Orfane al numero 7.
Siamo davanti al portone di Palazzo Barolo, o -per chiamarlo nel modo corretto- Palazzo Falletti di Barolo.
Questo è uno dei palazzi storici della città ed è molto conosciuto, oltre che per la sua incantevole bellezza, anche per le vicende ad esso legate.

Ve ne racconto una. Quella che riguarda i suoi “angeli tristi”.

Ingresso di Palazzo Falletti di Barolo


Palazzo Falletti di Barolo, che probabilmente all’epoca era conosciuto con un altro nome, era di proprietà della famiglia Provana di Druent. Nel 1648 l’edificio, scelto dalla nobile famiglia come residenza stabile, venne coinvolto da alcuni lavori di trasformazione.
Nel 1692 venne poi rimodificato per volontà del conte Giacinto Provana di Druent, meglio conosciuto come Monsù Druent. Il progetto e i lavori vengono affidati a Francesco Baroncelli il quale ne realizza la facciata, l'atrio ed il grandioso scalone a forbice.

Tre anni dopo la fine dei lavori, la figlia del conte, Elena Matilde, sposò il marchese Gerolamo Falletti di Barolo nella chiesa di San Dalmazzo.
I festeggiamenti si tennero nella dimora di famiglia della sposa, ma vennero turbati dal crollo dello scalone principale. Non ci furono feriti, ma certamente l’evento venne inquadrato come un cattivo auspicio, così come anche il fatto che andò perduta, sepolta dalle macerie, anche la collana che la sposa indossava (e va sottolineato che, come d’usanza, le era stata data in prestito dalla duchessa in persona, Anna Maria d’Orleans, sposa del duca Vittorio Amedeo II di Savoia).

In barba ai presagi, il matrimonio era felice e dall’unione degli sposi nacquero tre figli.

Tuttavia Monsù Druent, schiacciato dai propri debiti di gioco, dopo qualche tempo ordinò la fine del matrimonio della figlia a causa della propria impossibilità di pagare la dote al genero.
Elena Matilde dovette ritornare quindi nella casa in cui viveva il padre
, ed impossibilitata a vedere i figli ed il marito presto cadde in una depressione così forte da indurla a gettarsi dalla finestra e togliersi la vita.

Correva l’anno 1701, ed erano passati in tutto solo sei anni dal matrimonio.

Alla morte di Monsù Druent il palazzo divenne di proprietà dei Falletti di Barolo e nel 1743 Ottavio Giuseppe, primogenito di Elena Matilde, commissionò a Benedetto Alfieri la modernizzazione del palazzo, che andò a modificarne sia gli interni che la facciata secondo il gusto rococò.
In corrispondenza della finestra dalla quale si gettò Elena Matilde, i piccoli volti di pietra dei putti che decorano le finestre non sorridono come tutti gli altri, ma mostrano un’espressione triste.

Non si sa se questo particolare sia stato commissionato espressamente all’Alfieri, o se fu l’architetto a rendere il suo omaggio alla triste vicenda in modo spontaneo. 

Palazzo Barolo è visitabile ed è sede dell’Opera Pia Barolo, istituita da Juliette Colbert, moglie del figlio di Ottavio Giuseppe.  …Ma questa è un’altra storia!

Elisa Creaidee

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